La questione distacco o dismissione dell'impianto di riscaldamento centralizzato è abbastanza complessa sia dal punto di vista tecnico che giuridico. Premetto che, a mio avviso, un impianto centralizzato correttamente dimensionato con contabilizzazione del calore individuale risulta quasi sempre complessivamente molto più efficiente ed economico della somma dei singoli (ipotetici) impianti autonomi.
Nel caso proposto, esistendo la contabilizzazione del calore che generalmente contempla sempre una quota fissa, è pacificamente consentito adottare sistemi di riscaldamento integrativi e/o alternativi pagando quindi solamente quanto contabilizzato fino all'ipotesi di consumo pari a zero oltre alla citata quota fissa che varia generalmente fra il 15 ed il 30% delle spese ordinarie per il servizio di riscaldamento.
In linea generale, il distacco dall'impianto centralizzato è sempre consentito purchè non si alteri/pregiudichi l'equilibrio termico delle altre unità immobiliari. In soldoni se uno o piu Condomini si vogliono rendere autonomi, dal momento in cui esiste la contabilizzazione del calore come nel vostro caso, possono sempre farlo pagando solamente la quota fissa che compensa di per sè il potenziale squilibrio nonchè il codiddetto riscaldamento indiretto. Discorso diverso riguarda invece le spese di manutenzione degli impianti che anche i "rinunciatari" al servizio dovranno sempre e comunque sostenere pro quota ... salvo che ....
In occasione di spese di notevole entità che riguardano anche gli impianti esistenti è' possibile ragionare in termini di innovazione considerando la manutenzione straordinaria delll'impianto termoidraulico e le centrale termica al pari di innovazioni gravose (e/o voluttuarie) che sono disciplinate dall'art. 1121 Codice Civile (vedi post su argomento cancello scale!). In questi termini è possibile considerare l'opera gravosa come suscettibile di utilizzazione separata e quindi solamente gli interessati parteciperanno alla spesa per il centralizzato mentre i "rinunciatari" potrenno distaccarsi e rendersi autonomi (se tecnicamente possibile) a proprie spese fatta salva la possibilità di riallacciarsi in futuro remunerando a posteriori le spese sostenute per i lavori e la manutenzione successiva ai quali non hanno partecipato in prima battuta. In argomento esiste copiosa giurisprudenza riguardante gli impianti ascensori ma di fatto il ragionamento non cambia.
La cosa migliore da fare è comunque trovare l'accordo in assemblea considerando la questione dai vari punti di vista. Se si parte dal concetto del risparmio energetico individuale consiglio l'installazione centralizzata di caldaie a condensazione correttamente dimensionate le quali in sostituzione dei vecchi impianti garantiscono un risparmio significativo nelle spese di esercizio con una corretta ripartizione della spesa misurata a consumo. Per il resto, ripeto, la questione ha molte sfacettature ...
[alessandrocondominio 16-05-2013 05:58:25]:
buon giorno,vi scrivo in merito ad una grossa spesa che il mio condominio dovrà affrontare riguardo il cambio della caldaia.per farla breve ,siamo un gruppo di condomini, che vogliamo staccarci dal centralizzato.
premetto che abbiamo i contatori di calorie.
1)servirebbe la maggioranza o l'unaminità per il distacco?intendo senza più spese,perchè volendo si chiudono le valvole e si ha consumo zero,però in questo caso la manutenzione e la caldaia si pagano!
2)può un perito valutare ,quanti condomini si possono togliere, in base al piano e la posizione e formare una sorta di ibrido?autonomo e centralizzato?chi è autonomo così non ha più spese condominiali di riscaldamento?
premetto, escludendo per ora il problema canne fumarie autonome!
grazie
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